Neuropsicologia
Cos’è la neuropsicologia?
La neuropsicologia ha lo scopo di valutare e, qualora possibile, riabilitare, i deficit cognitivi e le annesse implicazioni di tipo psicologico, affettivo e di personalità conseguenti a patologie a carico del sistema nervoso centrale.
Nonostante spesso non sia possibile guarire completamente il paziente, l’intervento diagnostico e riabilitativo della neuropsicologia risulta estremamente utile nel contenere gli effetti del decorso patologico, nel limitare le sofferenze che questo arreca a pazienti e familiari e nel razionalizzare le risorse che le istituzioni investono nel trattamento e supporto dei soggetti coinvolti.
La valutazione neuropsicologica
È l’esame delle abilità cognitive del paziente. L’obiettivo è rilevare eventuali deficit delle funzioni cognitive come memoria, attenzione, linguaggio e ragionamento, identificare alterazioni emotivo-comportamentali e monitorare l’evoluzione cognitiva nel caso di patologie con interessamento neurologico e psichiatrico.
Può essere richiesta in casi di accertamento clinico e diagnostico, giudizio di idoneità alla guida, per finalità di natura medico-legale.
Dura mediamente 90 minuti e comprende la raccolta dei dati anamnestici per ricostruire la storia clinica e sintomatologica, il colloquio psicologico con il paziente, l’esecuzione di test neuropsicologici specifici e l’esame dello stato psico-affettivo.
I risultati consentono di formulare una diagnosi neuropsicologica e impostare un trattamento personalizzato di riabilitazione cognitiva o stimolazione cognitiva.
Differenza con screening cognitivo
Lo screening cognitivo è una prima valutazione rapida e mirata delle funzioni cognitive. Il suo scopo principale è individuare eventuali segnali di difficoltà nella memoria, nell’attenzione, nel linguaggio o nel ragionamento, così da capire se sia necessario un approfondimento diagnostico.
Si tratta di un esame breve e orientativo della durata di circa 30 minuti che non fornisce una diagnosi, ma permette di valutare se le difficoltà cognitive osservate rientrano nella normalità o se possono essere il campanello d’allarme di una condizione patologica.
Lo screening prevede alcune fasi fondamentali:
- Colloquio neuropsicologico, per raccogliere informazioni sulla storia clinica e sulle difficoltà percepite.
- Eventuale colloquio con un familiare o caregiver, utile per comprendere meglio i cambiamenti cognitivi e funzionali.
- Somministrazione di alcuni test rapidi, che forniscono un’indicazione generale sullo stato delle funzioni cognitive.
- Restituzione dei risultati, con eventuali consigli su ulteriori accertamenti o strategie di supporto.
Lo screening cognitivo è un primo step, utile per identificare precocemente eventuali alterazioni cognitive, ma non sostituisce una valutazione neuropsicologica approfondita, che è molto più dettagliata e diagnostica. Se emergono difficoltà cognitive durante lo screening, è fondamentale sottoporsi a una valutazione neuropsicologica completa, che consente di ottenere una diagnosi più precisa e di pianificare un eventuale intervento.
Quando è utile fare uno screening cognitivo o una valutazione neuropsicologica?
- Difficoltà nella gestione delle attività quotidiane;
- Problemi di memoria e concentrazione;
- Difficoltà nel trovare le parole o nel formulare un discorso;
- Sospetto di un cambiamento cognitivo in sé stessi o in un familiare;
- Necessità di distinguere il normale invecchiamento da una patologia;
- Presenza di una diagnosi neurologica o psichiatrica che potrebbe influire sulle funzioni cognitive.
Riabilitazione cognitiva
È una terapia che ha lo scopo di favorire il recupero o compenso delle funzioni cognitive in difficoltà. Va iniziata dopo una valutazione neuropsicologica a conclusione della quale il neuropsicologo ha individuato delle difficoltà in funzioni cognitive quali attenzione, memoria, linguaggio o ragionamento. Il protocollo è personalizzato e adattato alle esigenze del paziente. Può prevedere esercizi “carta e matita” così come l’utilizzo di strumenti tecnologici e software appositi.
Il percorso minimo è di 10 sedute. Ogni seduta dura circa 45 minuti.
La frequenza settimanale viene concordata in base al protocollo usato e alle necessità del paziente.
Stimolazione cognitiva
È un intervento mirato a mantenere e potenziare le funzioni cognitive, sia in persone con già una diagnosi di disturbo neurocognitivo per preservare le abilità cognitive residue e fornire strategie utili, sia in soggetti senza compromissioni cognitive per prevenire il declino mentale.
Va iniziata dopo una valutazione neuropsicologica, che permette di definire un protocollo personalizzato in base alle esigenze del paziente.
Può includere esercizi carta e matita, giochi cognitivamente stimolanti, tecniche di memoria e problem-solving, così come l’utilizzo di strumenti digitali e software specifici.
Il percorso minimo è di 10 sedute, ciascuna della durata di circa 45 minuti.