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tDCS per il Long Covid

A cura della Prof.ssa Gioia Mura, Psichiatra

Dopo quattro anni dalla comparsa del virus SARS-CoV2, anche quest’inverno ci troviamo a fronteggiare nuove varianti, e a fare i conti con l’ondata stagionale di contagi Covid. Benché si tratti di forme sicuramente attenuate per quanto concerne la potenziale severità della malattia, è raccomandata la massima prudenza per evitare il contagio dei soggetti più fragili. Quando non decorre in modo asintomatico, la malattia ha nella maggior parte dei casi le caratteristiche di un’influenza: faringite, tosse, raffreddore, cefalea, dolori articolari e astenia sono i sintomi principali. Anche il decorso è simile a quello dell’influenza stagionale (circa 5-7 giorni).

Tuttavia, è di frequente riscontro nella pratica clinica la persistenza di una sintomatologia post-Covid che può avere una gravità e durata variabili, che non sono in relazione con la durata e gravità dell’infezione acuta (Jacobson KB, Rao M, Bonilla H, Subramanian A, Hack I, Madrigal M, et al. Patients with uncomplicated coronavirus disease 2019 (COVID-19) have long-term persistent symptoms and functional impairment similar to patients with severe COVID-19: A cautionary tale during a global pandemic. Clin Infect Dis (2021) 73(3):e826–9. doi: 10.1093/cid/ciab103).

Tale quadro post-Covid è spesso caratterizzato da disturbi cognitivi che vanno da deficit dell’attenzione, della concentrazione e della memoria a breve termine, a quadri di compromissione funzionale più severa. In generale, si parla infatti di brain fog o Covid fog (nebbia da Covid), per indicare la sensazione soggettiva di annebbiamento e ottundimento che ne è la componente principale, associata ad altri disturbi simil-depressivi (quali rallentamento, facile faticabilità, riduzione dell’iniziativa, apatia, tendenza all’isolamento sociale, mancanza di appetito, disturbi del sonno).

Un ampio studio recentemente pubblicato (Thaweethai T, Jolley SE, Karlson EW, et al. Development of a Definition of Postacute Sequelae of SARS-CoV-2 Infection. JAMA. 2023;329(22):1934–1946. doi:10.1001/jama.2023.8823) ha messo in evidenza che su 2231 partecipanti arruolati entro 30 giorni dall’infezione, 224 (10%) aveva sequele persistenti inquadrabili come Long Covid a distanza di 6 mesi, quali astenia, fatigue, annebbiamento cognitivo, sintomi gastrointestinali, vertigini, palpitazioni, cambiamenti nel desiderio e nella potenza sessuale, perdita o cambiamento dell’olfatto e del gusto, dolori toracici, tosse cronica. Altre ricerche, tuttavia, riportano che tre persone su dieci che contraggono il Covid presenteranno sequele a lungo termine (Guo P, Benito Ballesteros A, Yeung SP, Liu R, Saha A, Curtis L, Kaser M, Haggard MP and Cheke LG (2022) COVCOG 1: Factors Predicting Physical, Neurological and Cognitive Symptoms in Long COVID in a Community Sample. A First Publication From the COVID and Cognition Study. Front. Aging Neurosci. 14:804922. doi: 10.3389/fnagi.2022.804922), con impatto notevole sul funzionamento globale dell’individuo. Non è ancora del tutto chiaro se il virus SARS-CoV2 abbia un’azione diretta sul sistema nervoso centrale (cioè sia neuroinvasivo), o se piuttosto determini quadri neuropsichiatrici attraverso una neuro-infiammazione secondaria all’infiammazione sistemica.

Alcune tecniche di neuromodulazione non invasive, tra le quali la stimolazione elettrica transcranica a corrente diretta (tDCS), possono promuovere l’attività neurale e il metabolismo di network che vengono inibiti dal Covid (in particolare a livello della corteccia fronto-parietale) o direttamente, o tramite un aumento del flusso ematico cerebrale (Linnhoff S, Koehler L, Haghikia A and Zaehle T (2023) The therapeutic potential of non-invasive brain stimulation for the treatment of Long-COVID-related cognitive fatigue. Front. Immunol. 13:935614. doi: 10.3389/fimmu.2022.935614).

Diversi recenti articoli (Oliver-Mas S., et al. Transcranial direct current stimulation for post-COVID fatigue: a randomized, double-blind, controlled pilot study. Brain Commun. 2023 Apr 10;5(2):fcad117. doi: 10.1093/braincomms/fcad117.; Santana K., et al. Non-invasive brain stimulation for fatigue in post-acute sequelae of SARS-CoV-2 (PASC). Brain Stimulation. 2023 Jan. 16(1):100-107. doi: https://doi.org/10.1016/j.brs.2023.01.1672; Workman C, Boles-Ponto L, Kamholz J, Bryant A, Rudroff T. Transcranial Direct Current Stimulation and Post-COVID-19-Fatigue. Brain Stimul. 2021 November-December;14(6):1672–3. doi: 10.1016/j.brs.2021.10.268) hanno evidenziato i benefici della tDCS sulla fatica, sui sintomi depressivi, sull’ansia e sulla qualità della vita associati alla condizione di post-Covid/long-Covid in soggetti trattati con tDCS.

Altre ricerche ne hanno indicato l’applicazione nel trattamento dell’anosmia persistente post-Covid (Gracia, D.I.; Ortiz, M.; Candela, T.; Iáñez, E.; Sánchez, R.M.; Díaz, C.; Azorín, J.M. Design and Evaluation of a Potential Non-Invasive Neurostimulation Strategy for Treating Persistent Anosmia in Post-COVID-19 Patients. Sensors 2023, 23, 5880. https://doi.org/10.3390/s23135880). Benché siano necessarie ulteriori ricerche per stabilire l’efficacia della neuromodulazione con tDCS nel Long Covid, è importante sottolinearne la sicurezza e l’ottima tollerabilità da parte dei pazienti.

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